Sta prendendo sempre più piede anche in Italia. È una formula che prevede la collaborazione tra diversi investitori istituzionali o privati, diversa sia dal crowdfunding sia dal private equity che dai fondi d’investimento. Sono le operazioni in club deal, fenomeno che trova nella Penisola grandi potenzialità di crescita, soprattutto grazie a due ingredienti principali: l’elevato numero di piccole e medie imprese e il risparmio privato in cerca di opportunità di rendimento nell’economia reale.

CLUB DEAL, CRESCONO GLI INVESTIMENTI IN ITALIA

“Quando vogliamo approcciarci a una società industriale strutturiamo un club deal che è una sorta di democratizzazione del private equity” spiega su Milano Finanza Stefano Taioli, amministratore delegato di ABC Company. Se nel 2016 era ancora marginale, rivela una ricerca di Valter Conca, professore di Finanza al Private Equity Lab di Sda Bocconi, negli anni gli investimenti in club deal sono decollati, arrivando a 45 operazioni nel 2021, 69 nel 2022 e 61 fino al novembre 2023. Se il trend verrà confermato, gli investimenti in club rappresenteranno il 25% del totale delle operazioni private nel 2023 (esclusi venture capital e fondi infrastrutturali). 

CLUB DEAL, VOLANO PER RILANCIARE L’ECONOMIA?

L’unione fa la forza: di fatto, il club deal è una forma di investimento “collettivo” con l’obiettivo comune di investire per lo sviluppo di imprese e startup. Un trend, nato negli Stati Uniti, che ben si adatta al tessuto industriale italiano.