BRICS, IL GRUPPO SI ALLARGA E SFIDA L’EGEMONIA DELL’OCCIDENTE (MA È DI FATTO UN CLUB AUTORITARIO)
di Massimiliano Gallina | pubblicato il 25 settembre 2023
I Brics accelerano la corsa per diventare un contrappeso all'Occidente. Fondata nel 2006 con l’acronimo Bric (Brasile, Russia, India, Cina), poi diventato Brics nel 2010 con l’aggiunta del Sud Africa, al suo recente vertice di Johannesburg l’organizzazione ha accolto sei nuovi membri (Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita, Emirati Arabi) e ha aperto la porta ad altre decine di Paesi.
BRICS, IL GRUPPO SI ALLARGA
Il presidente cinese Xi Jinping definisce l’espansione una svolta, un mezzo per il Sud globale di avere più voce negli affari mondiale. L’alleanza Brics ha sempre cercato di fungere da contrappeso al dominio del G7, formato dai Paesi più industrializzati del mondo. Di certo, il nuovo Brics ha dimensioni considerevoli: rappresenta il 47% della popolazione e il 37% del Pil mondiale (il G7, invece, rappresenta il 10% della popolazione e il 30% del Pil globale). Ma c’è un ma.
I BRICS E LA SFIDA ALL’EGEMONIA DELL’OCCIDENTE
Il nuovo Brics si impegna per un multilateralismo inclusivo ma è, di fatto, un “club” autoritario tenuto insieme dalla contrapposizione verso l'Occidente. Se sul piano economico il Brics allargato potrà anche favorire il commercio interno, l'auspicio di creare un'alternativa all'economia Occidentale sembra ancora un traguardo lontanissimo, se non irraggiungibile. Fare da contrappeso all’Occidente è pur sempre una barriera. E le barriere sono sempre un ostacolo.