LE TERRE RARE SONO IL NUOVO PETROLIO (MA L’EUROPA DIPENDE TROPPO DALLA CINA)
di Massimiliano Gallina | pubblicato il 30 gennaio 2023
È un mercato che vale circa 10 miliardi, ormai considerato il nuovo petrolio, in un momento storico spinto alla transizione energetica e digitale. Si tratta delle terre rare, un gruppo di 17 elementi necessari per la produzione di una gamma di infrastrutture e prodotti sempre più essenziali: dai dispositivi elettronici ai veicoli elettrici, dalle turbine eoliche ai cellulari. Circa il 90% delle terre rare utilizzate in Europa proviene dalla Cina anche se da poco è stato scoperto in Svezia, nell’area Kiruna, il primo giacimento di terre rare stimato come il più grande in Europa.
LE TERRE RARE SONO IL NUOVO PETROLIO
Ancora non è chiara la reale grandezza del sito ma, soprattutto, ci vorranno almeno 10-15 anni prima che l’attività mineraria possa avere inizio. Indubbiamente, però, si tratta di una buona notizia. Dopo decenni di offshoring, la possibilità di sfruttare un’area continentale rappresenta per l’intero comparto industriale europeo un primo piccolo passo verso l’indipendenza dalla Cina. Ma è solo l’inizio.
TERRE RARE, L’EUROPA DIPENDE ANCORA TROPPO DALLA CINA
Serviranno anni prima di sopperire definitivamente al fabbisogno dell’Europa attraverso le importazioni. E servirà, inoltre, lo sviluppo efficiente di una supply chain e un adeguato contesto normativo a livello europeo. Una cosa è certa. Chi detiene terre rare è destinato a svolgere un ruolo sempre più dominante nei prossimi decenni.