L’EURO DIGITALE? NON È UNA CRIPTOVALUTA (MA L’AVVIO POTREBBE RICHIEDERE ALTRO TEMPO)
di Massimiliano Gallina | pubblicato il 27 ottobre 2022
La Banca centrale europea sta proseguendo le attività dirette a definire le caratteristiche dell'euro digitale, ma l’avvio potrebbe richiedere ancora tempo. Sicuramente implicherà un cambio di paradigma: al centro, l’integrazione dell’emissione della valuta in contanti con quella virtuale.
L’EURO DIGITALE? NON È UNA CRIPTOVALUTA
Per Silvia Attanasio, responsabile ufficio innovazione ABI intervistata da Morningstar, “L’euro digitale rientra nel concetto delle monete digitali, un’area estremamente vasta dove coesistono strumenti molto diversi: le criptovalute con la loro variabilità di valore, le stablecoin. Le monete di banca centrale sono proprio un’altra cosa: sono passività di banca centrale rese disponibili al pubblico in forma digitale. Stiamo parlando della possibilità di avere qualcosa che è indipendente dal soggetto che la sta offrendo e che posso utilizzare per i pagamenti. Ci auguriamo che l’euro digitale possa introdurre la capacità di dare forma a processi di scambio diversi, come la suddivisione di una spesa o l’erogazione di un bonus, in un modo già immediatamente utilizzabile e in modo più semplice rispetto a come accade oggi, assicurando liquidità immediata, disponibilità immediata e controllo nativo di quelle che sono le regole di spendibilità”.