CRISI RUSSIA-UCRAINA, RISCHIO STAGFLAZIONE? MEGLIO NON PRENDERE DECISIONI DRASTICHE
di Massimiliano Gallina | pubblicato il 7 marzo 2022
Oltre al drammatico risvolto umano, la crisi Mosca-Kiev presenta anche un pesante risvolto economico. Dal pacchetto di sanzioni dell’Ue a Russia e Bielorussia all’esclusione di alcune banche russe dal sistema di transazioni valutarie Swift fino alle incognite su caro energia e scarsità di materie prime. In un contesto internazionale in rapida evoluzione in cui cambia continuamente anche lo scenario dei mercati, a livello finanziario non è il momento di prendere decisioni drastiche.
CRISI RUSSIA-UCRAINA, RISCHIO STAGFLAZIONE?
«Tutte queste incertezze - scrive Alessandro Fugnoli, Strategist Kairos Partners SGR, nella rubrica "Il Rosso e il Nero" - inducono a non suggerire ancora uno stravolgimento completo dei portafogli. Le possibilità che un portafoglio standard del 2021 esca incolume dalle turbolenze del 2022 non sono così alte da permettere il lusso di non fare nulla. Meglio, dunque, operare aggiustamenti progressivi. Si parla di nuovo di stagflazione come esito dello shock da offerta prodotto dalle sanzioni contro la Russia. Gli anni Settanta, che nel 2021 erano stati evocati in mezzo a molto scetticismo da chi li aveva vissuti o studiati, sembrano ancora più vicini».